Nei giorni scorsi gli imprenditori della Sezione Unimatica (ICT e Servizi Avanzati) di Confapi Matera, guidati dal Presidente Sante Lomurno, hanno incontrato l’Assessore comunale all’Innovazione Tecnologica, Angelo Cotugno, per approfondire il progetto della Casa delle Tecnologie Emergenti.

All’Assessore il Presidente ha consegnato un documento che sintetizza il punto di vista della Categoria in cui, tra l’altro, si chiede un maggiore coinvolgimento del sistema imprenditoriale locale, in possesso di competenze rilevanti e pertinenti, in questa iniziativa la cui scadenza è fissata per la fine del 2024.

“Negli ultimi anni – si legge nel position paper di Unimatica – il Governo ha stanziato consistenti risorse per accelerare la trasformazione digitale del Paese e delle imprese. Tuttavia, spesso questi sforzi non hanno generato un valore tangibile rispetto alle effettive esigenze delle imprese e dei lavoratori, poiché si sono limitati alla progettazione documentale, senza una vera strategia di industrializzazione”.

Per evitare un mero impiego di risorse finanziarie per l’acquisto di hardware e software che potrebbero non trovare un efficace impiego nell’ambito industriale locale, e ritenendo che il progetto della Casa delle Tecnologie Emergenti sia di fondamentale importanza per sviluppare un’industria delle tecnologie dell’informazione, della comunicazione e del marketing nella città di Matera, a supporto delle numerose realtà già operanti in questo settore, gli imprenditori di Unimatica Confapi hanno dichiarato la massima disponibilità a contribuire maggiormente all’iniziativa. Anche l’Assessore, dal canto suo, si è dichiarato disponibile alla massima inclusione.

“Siamo fortemente interessati – dichiara il Presidente Lomurno – a incontrare i referenti dei tre partners scientifici della Casa delle Tecnologie Emergenti (responsabili dei laboratori tecnologici previsti dal progetto) per un confronto in cui si approfondiscano le tematiche inerenti alla CTE. In particolare, come discusso nell’incontro con l’Assessore Cotugno, le aziende manifestano urgenza nel poter accedere ai laboratori e desiderano instaurare un confronto costruttivo con i partner scientifici (Politecnico di Bari, CNR e Università della Basilicata) per discutere delle effettive possibilità di industrializzazione delle tecnologie a vantaggio del territorio. Si esprime, inoltre, il desiderio di approfondire la composizione delle risorse presenti nei laboratori e le attività di progettazione, implementazione e codifica a oggi realizzate, al fine di prepararsi adeguatamente alle opportunità offerte dalla CTE.

“Il nostro intento è quello di far prosperare sul territorio un ecosistema digitale, spostando il focus verso il valore comune anziché verso gli interessi dei singoli attori. Occorre, dunque, partire dalle reali necessità per dare a chiunque, imprese e giovani lavoratori, la possibilità di partecipare e concretizzare finalmente una aspettativa di sviluppo e occupazione sul nostro territorio. Per questo motivo vorremmo conoscere come le aziende possano accedere ai laboratori della CTE. Un’altra idea è quella di creare una rete di imprese o un consorzio, che sviluppi un vero e proprio modello di business oltre che candidarsi alla gestione del CTE”.  

“Infine – conclude Sante Lomurno – al fine di conferire un ruolo di rilievo alle imprese nell’ambito di questa iniziativa, l’Associazione propone la costituzione di un Comitato che includa rappresentanti delle aziende destinatarie del progetto”.