Troppo spesso addebitiamo le cause della crisi economica, che attanaglia le nostre imprese, alla contingenza del momento ed ai vincoli imposti dalla UE in merito al patto di stabilità.
È diventata una facile via di fuga dalle altre responsabilità che, comunque, sono imputabili alla inefficienza della pubblica amministrazione, sia nel profilo politico che gestionale.
L’incertezza in cui vive il sistema delle imprese è sicuramente un vincolo allo sviluppo e mortifica l’iniziativa privata, innescando ed alimentando il vortice della paralisi produttiva, incertezza che si alimenta anche con la irresponsabilità del sistema politico che non riesce, o non vuole, assumersi l’onere di dare le risposte dovute per legge.
Una classe politica responsabile dovrebbe interrogarsi più spesso su quanto incida, nei meccanismi dello sviluppo, il ritardo delle risposte alle istanze degli imprenditori e chiedersi come potrebbe trasformarsi e crescere il territorio se i tempi di riscontro fossero allineati ai ritmi di chi produce e non alla stanca e svogliata replica di chi, non rischiando sulla propria pelle, baratta lo sviluppo con i bizantinismi della politica di occupazione di poltrone o di posizioni preelettorali.
La certezza del diritto ed il rispetto delle regole costituiscono la base imprescindibile di una società civile; regole e diritto che spesso vengono calpestati dalla inconcludenza di una classe politica che non ha il coraggio delle proprie azioni e che si trincera dietro accordi di partiti che portano beneficio esclusivamente a sé stessa.
Il dibattito, anche acceso, di questi giorni sulla questione urbanistica nella città di Matera richiama, sempre più evidente, l’esigenza del rispetto delle regole, uguali per tutti, che costituisce la base per la libera concorrenza, per il rispetto dei diritti di tutti i cittadini, siano essi imprenditori o residenti.
Dietro la tensione creata dalle vicende urbanistiche, in discussione, permea una perfida azione di annientamento del diritto per tutti coloro che sono in lista di attesa delle risposte della pubblica amministrazione.
Non spetta alla Confapi di Matera entrare nel merito delle scelte che attengono alla politica, pur rilevando la condivisione sulla procedura adottata, ma è dovere di questa Associazione evidenziare il mancato rispetto del diritto alla risposta alle istanze poste dagli imprenditori.
Il Comune di Matera ha pubblicato un bando per manifestazione di interesse ed ha approvato, con apposita delibera consiliare del 1 aprile 2011, la individuazione di 11 ambiti urbani e periurbani interessati dal Programma Integrato di Edilizia Sociale e di Riqualificazione urbana.
Il consiglio comunale del 1 aprile 2011, nel pieno potere conferitogli dalla legge, approvava, tra gli altri, l’emendamento così esposto: “la presente delibera non costituisce adozione di variante urbanistica. Le proposte positivamente esaminate dal Comune e dalla Regione, ove in variante allo strumento urbanistico vigente, saranno oggetto di adozione in Consiglio Comunale prima della stipula dell’ Accordo di Programma”.
Scaturisce, chiaramente, la volontà del Consiglio di tutelare il diritto, peraltro riconosciuto per legge, di adottare la variante urbanistica, di depositare la stessa attivando la procedura di partecipazione con osservazione da parte dei cittadini e controdedurla, licenziando la proposta definitivamente nell’assise comunale, prima della stipula dell’Accordo di Programma.
Un procedimento amministrativo tutt’altro che concluso che necessita ancora di ulteriori passaggi legislativi che porteranno la proposta all’attenzione del Consiglio comunale, a valle della sua adozione, almeno altre due volte.
Come pensa, quindi, la politica di licenziare nei termini, legislativi e morali, provvedimenti complessi innescati, è bene sottolinearlo, da un apposito avviso pubblico?
La società “Matera 90”, in risposta al citato avviso pubblico, ha presentato una proposta di programma integrato che è stata esaminata favorevolmente da tutti gli enti preposti alla emissioni dei pareri di competenza.
Pertanto, allo stato attuale, non sussiste alcun impedimento che ne precluda il dibattito consiliare, né esistono motivazioni plausibili per non dare risposte, in considerazione che il progetto di “Matera 90” ha acquisito tutte le autorizzazioni richieste per legge, come si evince dai verbali delle conferenze di servizio del 3 ottobre 2013 e 12 novembre 2013, entrambe presiedute dall’Assessore all’Urbanistica del Comune di Matera, delegata dal Sindaco.
“Sono, quindi, quasi 6 mesi di ritardo che non trovano alcuna giustificazione”, dichiara il presidente di Confapi Matera Enzo Acito che, quindi, rivolge l’invito al Sindaco di Matera ed alla Presidente del Consiglio affinché si assumano la propria responsabilità convocando il Consiglio Comunale per esaminare il progetto di “Matera 90” e per fornire, nei poteri conferiti dalla legge, il riscontro amministrativo alla proposta presentata a seguito di un avviso pubblico.