13/01/2011 18:32

BAS! Un giorno per ricordare. Un’ occasione per rendere un pubblico riconoscimento a una vittima del terrorismo: il maresciallo Antonio Santoro che – da comandante del carcere di Udine – venne ucciso per mani di Cesare Battisti, l’ex leader dei Proletari armati. E’ quello che è successo ad Avigliano dove il segretario nazionale del Psi, Riccardo Nencini, con una delegazione di socialisti lucani ed il sindaco del paese, Vito Summa ha commemorato il sottufficiale vittima del terrorismo. Nencini accompagnato dal presidente del partito lucano, Innocenzo Loguercio, dal segretario regionale Livio Valvano e dal consigliere regionale Rocco Vita, ha incontrato una cugina ed una cognata del maresciallo e successivamente ha deposto una corono d’alloro nella strada del paese intitolata all’uomo. Il sindaco di Avigliano ha, invece, scoperto una targa nella strada intestata a Santoro, mentre un’altra corona d’alloro è stata deposta dal Corpo della Polizia Penitenziaria a cui l’uomo apparteneva. L’iniziativa vuole essere un modo per dimostrare la vicinanza dei socialisti lucani non solo ai familiari del maresciallo, ma a tutti quei cittadini che si sentono indignati per la decisione dell’ex presidente brasiliano Lula. “Il Psi è sempre stato dalla parte delle vittime del terrorismo e la testimonianza che portiamo ad Avigliano vuole essere simbolica e politica – ha precisato il segretario Nencini – La scorsa settimana abbiamo dato vita in tutta Italia a dei presidi davanti alle sedi diplomatiche del Brasile per protestare contro il no all’estradizione di Cesare Battisti. Una protesta pacifica ma ferma, in nome della giustizia giusta e del rispetto e dell’onore delle vittime del terrorismo. Cesare Battisti è un criminale che sotto lo scudo di un’ideologia ha ucciso e spezzato giovani vite, un uomo che ha commesso dei reati gravi in Italia e che in Italia deve scontare la pena. Abbiamo un’altra idea di eroi e di rifugiati politici: questi per noi sono Sakineh e Jafar Panahi, ma sono anche Fausto Dionisi e i tanti come lui che sono stati vittime di una stagione terroristica che in Italia ha lasciato molte ferite aperte. Per questo ci siamo rivolti anche all’Internazionale Socialista, perché si faccia portatrice, attraverso i suoi rappresentanti brasiliani, di questa posizione presso la nuova presidente del Brasile Dilma Roussef.” A ribadire la vicinanza a tutti i familiari delle vittime del terrorismo è stato anche il segretario regionale del partito, Livio Valvano. “Oggi noi siamo qui per questo: per ricordare e rendere pubblico omaggio ad un uomo che ha pagato il prezzo più alto semplicemente per fare il suo dovere, ma anche per riflettere su quello che è accaduto nel nostro Paese e non deve ripetersi più – ha sottolineato Valvano – I momenti di solenne riconoscimento per Antonio Santoro non sono mancati ma a lungo è mancato un riconoscimento più ampio, proiettato nel futuro. Così oggi vogliamo stringere in un comune abbraccio i familiari e i concittadini del sottufficiale ed assicurare il nostro sforzo sempre maggiore perché il suo assassino sconti la giusta pena”. Al termine della cerimonia il segretario nazionale del Psi si è trasferito a Potenza per partecipare ad un convegno ed ha affrontato le diverse questioni politiche a cominciare da quelle delle alleanze. Il conto alla rovescia per le amministrative è, infatti, iniziato ed il partito sta scaldano i motori. “È il momento per le opposizioni di dare prova di responsabilità e lungimiranza, preparandosi a far fronte a un precipitare della situazione, delineando subito programmi e alleanze – ha spiegato Nencini – Il Partito socialista sostiene da tempo il progetto di un asse tra la sinistra riformista, i cattolici democratici ed i liberaldemocratici di centro, l’unico a nostro avviso su cui si può coltivare l’idea di un’Italia normale. Questa ricostruzione deve avvenire intanto nelle città che in primavera andranno al voto. Amo citare un detto medievale secondo il quale ‘L’aria della città rende liberi’, perché è nelle città che ancora oggi maturano i semi del nuovo, le radici del cambiamento. Da lì bisogna partire. E prima di parlare di ‘primarie’, una trappola per i riformisti non ancora legati in una coalizione certa, bisogna spiegare agli italiani le cose che si intendono fare: in testa, lavoro e sicurezza”.
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