La provincia di Matera è percorsa da una tensione sociale che colpisce lavoratori e imprese.
Fare fronte comune per evitare la disgregazione del tessuto socio-economico
Forte preoccupazione viene espressa da CONFAPI per la tensione sociale che percorre da tempo tutta la provincia di Matera, colpendo indiscriminatamente lavoratori e imprese.
Il perdurare della crisi e il suo carattere pervasivo stanno minando un tessuto socio-economico che faticosamente e caparbiamente resiste, ma che mese dopo mese perde solidità e competitività.
Le imprese che lavorano con la pubblica amministrazione per appalti, servizi e forniture, a causa dei vincoli imposti dal cosiddetto Patto di Stabilità Interno, ricevono i pagamenti con un anno di ritardo. A tutto ciò si aggiunge la stretta creditizia del sistema bancario, che ha perso ogni fiducia soprattutto nel comparto edile, con la conseguenza di provocare una paurosa crisi di liquidità che impedisce persino di aprire i cantieri di lavori già acquisiti o addirittura scoraggia la partecipazione alle gare d’appalto.
Questa situazione, inoltre, a causa di un eccesso di crediti difficili da incassare, crea un circolo vizioso e perverso per cui il ritardo nei pagamenti impedisce a molte imprese di ottenere la regolarità contributiva e fiscale necessaria proprio per poter incassare. Un paradosso cui neanche i recenti provvedimenti approvati dal Governo, di per sé insufficienti, riusciranno a porre rimedio.
Iniziative pubbliche potenzialmente in grado di riavviare, seppure parzialmente, l’economia, sono ferme per i soliti inspiegabili ritardi. È il caso, per esempio, del Piano Casa per l’edilizia e il suo vasto indotto, dell’accordo di programma per la Cittadella dello Spazio e il Cidot, dell’accordo di programma per l’area murgiana, di alcuni bandi regionali, del credito d’imposta della Regione per gli investimenti, dei fondi regionali di garanzia, degli interventi di edilizia economica e popolare bloccati in diversi comuni per la mancanza di suoli o di progettazione, degli scarsi servizi e utilities per le imprese nelle aree industriali (il caso del gas a La Martella è emblematico) e di altro ancora.
Eppure l’emergenza del momento dovrebbe indurre i pubblici amministratori ad accelerare ogni procedura utile a ridare fiato alle attività economiche e produttive. Il coro dei silenzi, invece, si arricchisce ogni giorno di più di nuove voci e gli strumenti di partecipazione e condivisione con il sistema imprenditoriale sono soltanto sbandierati a parole ma traditi nei fatti.
La spada di Damocle di Equitalia, che arriva ad applicare tassi di interesse e sanzioni stratosferici, turba i sonni di molti imprenditori onesti, che per la prima volta in vita loro si vedono i beni ipotecati e pignorati. Pagare il 9% di aggio a Equitalia o interessi moratori a più cifre, quando le imprese sono in grave affanno, significa togliere l’ossigeno al malato anziché curarlo.
CONFAPI Matera invita tutti coloro che ricoprono responsabilità istituzionali a fare fronte comune per evitare la disgregazione di un tessuto sociale ed economico in cui i suicidi di questi giorni sono solo la punta dell’iceberg di un malessere molto profondo.
Matera, 6 giugno 2012
CONFAPI MATERA
Ufficio Stampa