Relazione Banca d’Italia sull’economia lucana nel 2017: da noi la ripresa stenta ad arrivare.
In difficoltà le costruzioni, con tanti annunci e pochi cantieri
Le pmi valvola di sicurezza per l’occupazione

La relazione della Banca d’Italia sull’andamento dell’economia lucana nel 2017 mostra una Basilicata in cui la ripresa stenta ad arrivare, a differenza di altre regioni del Paese. A parere di Confapi Matera i dati che spiccano nella rapporto sono due: il calo dell’occupazione, accompagnato dall’aumento delle ore di cassa integrazione, e le difficoltà del settore delle costruzioni, caratterizzato da un crollo delle gare d’appalto.
L’economia regionale appare in chiaroscuro, con i punti oscuri che tuttavia superano quelli in chiaro. Confapi conferma che la crescita riguarda soprattutto l’industria in senso stretto e il turismo, ma anche i settori maggiormente export oriented, come il mobile imbottito, l’agroalimentare, la meccanica, l’industria culturale, capaci di competere a livello globale.
Preoccupa, invece, la stagnazione del settore dell’edilizia e, più in generale, delle costruzioni, in cui, nonostante i tanti annunci, i fondi pubblici stanziati non riescono a tradursi in cantieri, quindi in opere e occupazione. Non decollano, infatti, i lavori sulle grandi infrastrutture, come per esempio la Potenza-Melfi, la Tito-Brienza e la Bradanica, e gli investimenti sono pochissimi o quasi nulli. Manca una seria programmazione degli interventi. Si fanno solo opere piccole e a brevissimo termine, ma poche e con continui contenziosi.
Inoltre, alla scarsità di lavori si aggiunge il problema dei pagamenti in ritardo da parte della pubblica amministrazione e la scarsa disponibilità del sistema bancario a erogare credito alle imprese edili che, di questo passo, rischiano di disperdere un grande patrimonio di know how e professionalità. Le opere pubbliche sono rimaste al palo, eppure le risorse ci sono, ma dallo stanziamento al cantiere i tempi sono lunghi a causa dell’eccesso di burocrazia.
Anche sul versante creditizio non mancano i problemi. Il peggioramento della congiuntura degli ultimi anni ha determinato un declassamento dei rating di credito, con conseguente riduzione della concessione di nuovi finanziamenti. Inoltre, in un contesto di tassi bassi alle banche conviene poco erogare crediti di piccolo importo, perché l’erogazione di piccoli prestiti rischia di non generare redditività.
In conclusione, Confapi Matera evidenzia che non teniamo il passo di altre aree del Paese e il Pil, pur aumentato, resta lontanissimo dai livelli pre-crisi. La produzione industriale e i fatturati non decollano. Tuttavia, se si entra nel merito delle dinamiche industriali e settoriali, si notano performance differenziate. Da un lato, buoni risultati per le imprese che primeggiano anche a livello internazionale e, dall’altro, prestazioni più negative di imprese che non riescono a reagire al nuovo clima competitivo.
Purtroppo i piccoli segnali di ripresa si manifestano in un contesto di fragilità strutturale, acuendo le distanze e le opportunità tra le fasce sociali e i territori. Si è rotto cioè quello che gli esperti chiamano “ascensore sociale”.
Confapi Matera, tuttavia, invita a riflettere sul fatto che esiste un’area industriale piccola nelle dimensioni ma capace di agganciare la crescita e fare anche profitti. Ancora una volta le piccole e medie imprese hanno agito da valvola di sicurezza nel garantire una sostanziale tenuta dei livelli occupazionali.

Matera, 15 giugno 2018
Confapi Matera
Ufficio Stampa