Il violento nubifragio che si è abbattuto ieri sul Materano, oltre ad aver messo in ginocchio l’agricoltura, ha causato anche notevoli danni alle altre attività economiche.
Il presidente di CONFAPI Matera, Vito Gravela, segnala una situazione diffusa di criticità in diverse aziende del territorio, sia per problemi alle strutture che per difficoltà nei collegamenti. Vento, acqua, fango e detriti hanno infierito su un tessuto economico già provato dalla crisi. E’ il caso di dire “piove sul bagnato”.
In particolare, si sono verificati allagamenti nei capannoni industriali, cadute di alberi su automobili e mezzi d’opera, tracimazione delle acque dalle cunette con inondazione delle sedi stradali, ed altro.
A causa dell’intensità dell’evento meteorologico le cunette di scarico non sono state in grado di portare le acque sino al fiume e l’erosione ha riversato sulle strade anche detriti e fanghiglia. La sedimentazione dei detriti in piano ha causato l’innalzamento del letto stradale.
La situazione più critica, tuttavia, riguarda le strade, con frane, smottamenti, cedimenti e allagamenti. Diventa urgente, dunque – sottolinea Gravela – ripristinare velocemente i collegamenti viari interrotti, perché una provincia già di per sé carente in questo tipo di infrastrutture non può permettersi di rimanere a lungo isolata. Tutti ricordiamo quel che accadde in Valbasento quando il crollo di un ponte richiese anni per tornare alla normalità.
Occorre, inoltre, varare anche misure idonee per sostenere le imprese che hanno subito danni. Ben venga quindi la richiesta dello stato di calamità naturale indirizzata al governo centrale.
Tuttavia, dopo gli interventi immediati, dettati dall’emergenza, bisognerà pensare ad azioni idonee a contenere al minimo gli effetti devastanti di eventi del genere, perché è ormai chiaro che i cambiamenti climatici sono tali che dovremo abituarci ad eventi meteorologici di vasta portata come quello di ieri.
Si cominci, per esempio, dalla pulizia dei canali di scarico per poi prendere in seria considerazione la ripresa dell’attività estrattiva dai fiumi, ormai stracarichi di materiale litoide che andrebbe estratto dalle numerose imprese che hanno impianti estrattivi lungo i corsi d’acqua. Anche il consolidamento del territorio franoso è un’operazione non più rinviabile.

     
CONFAPI MATERA
Ufficio Stampa