Non è solo l’agricoltura a soffrire della carenza d’acqua in Basilicata; anche l’industria rischia di fermarsi completamente. Il Presidente di Confapi Matera, Massimo De Salvo, denuncia la situazione di estrema difficoltà che vivono le aziende della Valbasento con le frequenti interruzioni sia di acqua industriale che di acqua potabile.
Pur non sottovalutando i problemi igienico/sanitari nel caso di aziende con centinaia di dipendenti, la preoccupazione maggiore riguarda la mancanza d’acqua industriale per quelle imprese che ne fanno largo uso. Il Presidente De Salvo avverte che ciò sta causando richieste di cassa integrazione per fermo aziendale e, in qualche caso, sta mettendo a rischio gli investimenti imprenditoriali programmati.
Ben vengano i nuovi interventi di adeguamento della diga del Camastra, ma urgono soluzioni immediate per assicurare la continuità produttiva alla Valbasento e, nel medio e lungo periodo, interventi strutturali che possano risolvere definitivamente l’ormai annosa questione.
Nel 2022 la Regione convocò un tavolo sulla crisi idrica dell’area industriale della Valbasento, in cui furono esposte anche soluzioni di rapida realizzazione. In particolare, il Consorzio di Bonifica propose la costruzione di un collegamento stabile tra l’area industriale di Pisticci scalo e la condotta del Consorzio di Bonifica, lavori realizzati a tempo di record. Che cosa è successo da allora?
Quest’anno, oltre al collegamento con la condotta del Consorzio di Bonifica, quest’ultimo ha anche allestito una postazione emergenziale che attinge direttamente dal Basento, postazione che tuttavia il Comune di Pisticci ha messo in discussione attraverso un’ordinanza sindacale del 2011 che ritiene ancora operante.
Per questo motivo, pur apprezzando gli sforzi dei Dipartimenti Ambiente e Infrastrutture della Regione, il Presidente De Salvo ha chiesto al Prefetto Favilli la disponibilità a convocare una riunione urgente, coinvolgendo anche i Comuni della Valbasento.
Il Presidente di Confapi Matera, infine, chiede soluzioni immediate per superare l’attuale situazione di crisi ma anche che gli enti preposti, Regione e Consorzio industriale in primis, individuino e realizzino un’infrastruttura che possa risolvere definitivamente il problema di approvvigionamento favorendo anche nuovi investimenti.
Era forse opportuno candidare progetti sul PNRR per risolvere in maniera strutturale il problema, così come fatto nella vicina Puglia?