Il Consiglio Camerale, convocato per martedì 22 aprile, dovrà eleggere la nuova Giunta, chiamata ad affiancare il Presidente Tortorelli per il prossimo quinquennio.
Le associazioni imprenditoriali in questi giorni si interrogano sull’opportunità di ridurre il numero dei componenti della Giunta per evitare che l’ipotesi di ristrutturazione del sistema camerale nazionale colpisca pesantemente un ente finora virtuoso ma dimensionalmente piccolo come la Camera di Commercio di Matera.
Confapi Matera propone, al fine di dare a Roma un segnale forte di abbattimento dei costi, che si elegga una Giunta composta da 6 componenti (numero consentito dalla legge) con indennità zero.
Confapi propone, altresì, che anche i componenti del Consiglio Camerale, tutti imprenditori come i componenti della Giunta, non percepiscano alcuna indennità.
Si tratterebbe di un ulteriore risparmio (circa 60 mila euro) che migliorerebbe i già buoni numeri dell’Ente, fortemente impegnato nel raggiungere l’equilibrio di bilancio dopo il venir meno dei 300mila euro dei fondi perequativi.
Del resto, i vertici di altri enti pubblici (es. Apea, Ageforma e lo stesso CESP, Azienda Speciale della Camera) svolgono il loro compito a titolo completamente gratuito, pur assumendosi responsabilità di gestione.
Inoltre, la composizione a 6 – anziché a 4 come si paventa – consentirebbe di allargare la rappresentanza in Giunta delle associazioni e organizzazioni presenti nel Consiglio, tenendo sì conto delle esigenze di contenimento della spesa pubblica, senza tuttavia ledere il principio della rappresentatività.
Secondo Confapi Matera l’obiettivo del Governo di diminuire le spese di funzionamento delle Camere di Commercio può avvenire non mediante la riduzione del numero dei componenti degli organi di amministrazione, bensì riducendone i compensi; anzi addirittura proponendo la gratuità delle cariche.
Il taglio draconiano dei rappresentanti, infatti, compromette la rappresentanza di associazioni e organizzazioni radicate nel territorio. È necessario quindi evitare che sull’altare del contenimento dei costi venga sacrificato il principio sacrosanto della rappresentanza e del pluralismo, principio fondamentale di democraticità, cioè di partecipazione democratica alla vita economica e sociale della collettività.
La rinuncia al gettone, afferma il presidente di Confapi Matera Enzo Acito,  comporterebbe un modesto sacrificio economico per ciascuno degli imprenditori componenti la Giunta ed il Consiglio Camerale, ma avrebbe un inestimabile valore per l’ azione di difesa della  Camera di Commercio di Matera rispetto al rischio di cancellazione prospettato.