Dopo l’appello lanciato invano alla fine di settembre, Confapi Matera ritorna sul rischio ormai concreto della perdita dei finanziamenti per la bonifica delle aree di Tito e Valbasento.
“La imminente scadenza del 31 dicembre 2013 per l’utilizzo delle risorse di cui al FSC 2007-2013 per gli interventi in oggetto, costituisce fonte di preoccupazione per il sistema delle imprese aderenti a Confapi Matera”, scrive il presidente Enzo Acito in una nota indirizzata al presidente della Regione Pittella, al direttore generale del Dipartimento Ambiente Viggiano, al presidente della Provincia di Matera Stella e all’assessore provinciale all’Ambiente Rondinone.
“Il verificarsi del de-finanziamento costituirebbe un ulteriore aggravio per le due aree industriali, con ricadute negative rispetto all’occupazione, già asfittica, nelle medesime aree.
Il potenziale smobilizzo dei 46 milioni di euro, destinati ai due agglomerati industriali, comporterebbe, inoltre, un’ulteriore beffa sia per le imprese ivi insediate che per le aziende interessate alla realizzazione degli interventi di bonifica.
Inoltre, la mancata realizzazione degli interventi ad alta priorità ambientale non tutela neanche il più generale sistema ambientale del territorio, con immediate ricadute negative anche sulla popolazione residente e sul sistema turistico dell’area metapontina.
Pertanto assistiamo, esterrefatti, all’assenza di qualsiasi confronto preventivo con Confapi che, rappresentando il sistema delle piccole e medie imprese, avrebbe potuto fornire il proprio contributo come supporto alle decisioni, nonostante la “collaborazione” sia stata sistematicamente proclamata ed enfatizzata nella recente campagna elettorale.
Riscontriamo invece, con preoccupazione, l’assenza di qualsiasi segnale inerente i lavori di messa in sicurezza e di bonifica, nonostante l’Accordo di Programma Quadro sia stato firmato a Roma il 19 giugno 2013 tra la Regione Basilicata, il Ministero dello Sviluppo Economico ed il Ministero dell’Ambiente, e tale accordo prevedesse che il progetto degli interventi avrebbe dovuto essere pronto entro l’autunno scorso al fine di  consentire le conseguenti procedure di gara nei tempi programmati.
Ci preoccupa, altresì, la circostanza che, per recuperare i 6 mesi trascorsi dalla sottoscrizione di cui sopra e per rispettare le scadenze imminenti, le procedure di affidamento dei lavori potrebbero adottare sistemi di gara, quantunque di evidenza pubblica, con tempi ridotti ai minimi previsti dalle norme e con la definizione di parametri di valutazione pericolosamente discrezionali.
 Saremo vigili nella valutazione del corretto rispetto del codice degli appalti per evitare che eventuali  ricorsi, per l’ affidamento dei lavori, possano costituire un ulteriore e definitivo aggravio a carico del  sistema delle imprese ubicate nelle aree industriali e, in generale, del sistema economico della Regione”.