Diritto alla salute e diritto al lavoro sono i temi al centro di una lettera inviata all’assessore regionale all’Ambiente Aldo Berlinguer da Confapi Matera.
“Sono diversi anni ormai che le estrazioni di materiale fluviale dal fiume Sinni e dal suo affluente Sarmento sono bloccate a causa della presenza di sostanze tossiche. Questa situazione di stallo – si evidenzia nella nota – sta procurando notevoli danni alle imprese estrattive, nonostante le segnalazioni effettuate dalle associazioni imprenditoriali sin dal 2012, compresa la scrivente.”
“Anche il recentissimo avviso pubblico per interventi di ripristino dell’officiosità nei fiumi lucani – approvato con delibera di giunta regionale e non ancora pubblicato – esclude il bacino del Sinni per la “presenza di litologie potenzialmente contenenti amianto”, privando di fatto le aziende interessate di una delle rare occasioni di lavoro che opportunamente la Regione ha creato dopo una lunghissima pausa. Inoltre, – prosegue Confapi Matera – le avversità atmosferiche degli ultimi anni hanno causato eccessivi accumuli di materiale litoide o, al contrario, profonda erosione degli alvei e delle sponde, per cui si rendono necessari interventi di manutenzione.”
“Pertanto, al fine di contemperare il bene supremo della tutela della salute (diritto costituzionalmente garantito) con il diritto al lavoro delle imprese e dei lavoratori del settore (del pari garantito dalla Costituzione), chiediamo che vengano adottati accorgimenti tali da poter “liberare” vasti tratti del Sinni e del Sarmento che non sono interessati dalle sostanze tossiche, eventualmente impartendo idonee specifiche tecniche. Considerata la rilevanza economica che il settore estrattivo riveste – si legge in conclusione – per l’economia lucana, con i suoi circa duemila addetti più l’indotto, siamo disponibili a un incontro nel quale discutere insieme delle possibili soluzioni.”