Con una nota indirizzata al Presidente nazionale di Confapi, Cristian Camisa, il Presidente di Confapi Matera, Massimo De Salvo, ha segnalato che l’incertezza dovuta alla politica dei dazi americani sta causando grande preoccupazione nel comparto del mobile imbottito della provincia di Matera e dell’area murgiana.

A oggi sappiamo che, in attesa di una soluzione negoziata tra UE e USA, dal 1° agosto scatteranno dazi pari al 10%. A tutto ciò si aggiunge il rafforzamento dell’euro nei confronti del dollaro, che comporta un aumento del costo di acquisto da parte dei clienti USA e una correlata riduzione delle vendite.

Gli Stati Uniti – evidenzia il Presidente De Salvo – rappresentano più del 50% del fatturato di molti produttori di mobili imbottiti; essi sono, quindi, un mercato di riferimento importante per le nostre Pmi. A causa dei dazi americani, inoltre, le merci ordinate, per esempio, a gennaio, quindi col listino prezzi di alcuni mesi fa, e che hanno raggiunto adesso i porti di partenza per gli Usa, si vedono oggi applicare un aumento del 10%, con un duro colpo per i clienti e per le imprese. Per fortuna i prodotti di alta gamma avranno un impatto limitato, ma i produttori di fascia medio-bassa saranno letteralmente distrutti.

Il contestuale inasprimento dei dazi sui prodotti cinesi potrebbe diventare un’opportunità per i nostri prodotti, soprattutto per il comparto del mobile imbottito. Resta, tuttavia, il dubbio che, se gli Usa continuassero a cambiare idea, i contratti stipulati oggi sarebbero penalizzati perché i dazi si applicano all’arrivo delle merci e non al momento della stipula del contratto, con un danno enorme per consumatori e imprese. Inoltre, con i dazi altissimi alla Cina si rischia di cambiare i flussi logistici delle merci che non partiranno più dagli Stati Uniti; quindi, l’Europa rischia di essere invasa dai prodotti cinesi.

Per questi motivi il Presidente di Confapi Matera chiede un’esenzione specifica per questo settore chiave dell’economia italiana e locale, auspicando trattative per assorbire l’impatto dei dazi del 10% nel comparto del mobile imbottito. Il Governo italiano dovrebbe prendere decisioni rapide in modo da consentire alle imprese di lasciare i listini invariati. Il costo per lo Stato sarebbe molto più alto se le aziende chiudessero o licenziassero, ricorressero alla cassa integrazione, pagassero meno tasse. Sarebbe utile anche un credito di imposta che vada a compensare i dazi per le aziende esportatrici in Usa, in Ucraina e nei Paesi del Medio Oriente teatro di guerre.

A Massimo De Salvo fa eco il Presidente della Sezione Legno Arredamento Unital, Luca Colacicco, secondo cui al calo del mercato USA si aggiunge quello dei mercati Middle East e Asia, determinato da più fattori di congiunzione.

Innanzitutto, il perdurare del blocco navale del Mar Rosso, che ha causato la modifica della rotta delle navi merci, con conseguente aumento dei tempi di navigazione (dai normali 45 giorni a 90 giorni) e, quindi, aumento dei costi di trasporto del 30 e 40%, e raddoppio dei tempi di consegna. Inoltre, il dumping dei produttori cinesi che, a parità di prodotto, riescono a essere meno cari del 30-40%. A questo si aggiunge un tempo medio di consegna sui mercati asiatici di15 giorni (contro i 90 del prodotto italiano). Infine, dall’inizio dell’anno l’euro si è rafforzato contro le principali valute asiatiche e del Middle East in media del 15%.