I dati riportati nell’ultima indagine della Confapi nazionale fotografano un Paese che permane nell’incertezza. Molti sono gli elementi utili all’analisi approfondita della situazione economica italiana e, grazie al sostegno del gruppo di lavoro di Confapi Matera, del Mezzogiorno.

Individuato un campione rappresentativo del tessuto economico del Paese composto da 2400 imprese, è stata avviata l’indagine congiunturale che ha rilevato innanzitutto come il 42% delle imprese aderenti all’universo Confapi appartenga al comparto meccanico, l’11,5% a quello edile, l’8,4% al commercio, il 6,6% ai servizi, il 3,9% al chimico e un 11,9% ad altre imprese manifatturiere.

Rispetto alla localizzazione è apparso subito evidente come ci sia una maggiore presenza di imprese nel Nord del Paese, mentre quelle del Centro e del Sud costituiscono il 37,5% dell’intero campione. Dato chiave che testimonia come, ancora oggi, nel Mezzogiorno il sistema impresa sconti particolari difficoltà per una serie di gap tra i quali le infrastrutturazioni materiali e immateriali e il maggiore costo del denaro. Su quest’ultimo aspetto l’indagine della Confapi ribadisce come l’accesso al credito sia risultato più difficoltoso per il 38,73% delle aziende. Alla difficoltà di credito si collega poi la richiesta relativa all’indebitamento a breve, che passa da 16,83% allo -0,57%.

Ma se la stagnazione della crescita è confermata, questo vale per il mercato interno ma meno per quello esterno. Il clima di sfiducia tra gli imprenditori è più moderato sul fronte dell’export; la domanda domestica continua, infatti, a registrare saldi peggiori rispetto alla domanda estera e sono proprio i Paesi dell’Unione Europea quelli dove la domanda è più forte. Dunque investire fuori dall’Italia diventa una spinta motivazionale importante per chi vuole continuare a fare impresa.

Le aspettative per il 2015 non sono brillanti, la debolezza della domanda domestica raffredda gli auspici di ripresa, gli investimenti, pochi sul versante del rinnovo dei macchinari ma non sulle componenti immateriali che sono quelle più connesse alle scelte strategiche, raccontano di uno stallo complessivo che abbatte anche quei leggeri miglioramenti registrati nel corso di mesi passati.

Uno scenario che però può cambiare se ci sarà quella reale attenzione alle imprese che Confapi Matera continua a chiedere. “Se la situazione a livello nazionale non è facile, quella della Basilicata rischia di registrare anche per il 2015 pesanti segni negativi. Investimenti, consumi finali della pubblica amministrazione ed export sono asset decisivi – evidenzia il presidente Enzo Acito – di una ripresa che stiamo inseguendo troppo senza una strategia vera e concreta. In mancanza di una pianificazione degli interventi sui quali impostare il rilancio dell’economia, continueremo ad assistere al calo dei comparti chiave. Dure conseguenze anche sul fronte del lavoro, perché la disoccupazione impedisce di trarre sospiri di sollievo anche rispetto a leggerissime flessioni positive della crescita occupazionale.”

Confapi Matera torna a lanciare l’allarme e a chiedere un atto di responsabilità da parte di tutti gli attori, dalle istituzioni alle banche, perché ognuno svolga il proprio ruolo con consapevolezza e trasparenza nell’unico interesse di sostenere lo sviluppo.