Centri per l’Impiego e sportelli nei Comuni, Confapi Matera concorda con il presidente provinciale dell’Ordine dei consulenti del lavoro Serafino Di Sanza Secondo la Commissione Europea i servizi pubblici per l’impiego sono l’attore principale nell’erogazione delle politiche del lavoro. Di fatto, evidenzia Confapi Matera, per l’Italia fino ad oggi non è stato così. I Centri per l’Impiego italiani, infatti, non sono quelle strutture funzionali e di supporto ai disoccupati come accade nel resto d’Europa. Nei nostri Centri per l’Impiego, nati nel 1997 dagli uffici di collocamento, non c’è mai stato alcun incontro tra domanda e offerta, solo un eccesso di domanda che non trova alcun riscontro. Se negli anni passati c’erano passaggi obbligati che ne legittimavano la presenza, come l’iscrizione nelle liste di collocamento da almeno due anni per un disoccupato che volesse essere assunto da un’impresa interessata a usufruire delle relative agevolazioni, oggi l’esiguo numero di pratiche incide ulteriormente sull’identità di questi organismi. Un peso specifico irrilevante, ai fini della mission per cui erano stati creati, che il Jobs Act sta tentando di rafforzare, in prima battuta, attraverso l’assegnazione di un ruolo delicato nel progetto Garanzia Giovani; solo loro, infatti, sono titolati a effettuare la profilazione dei giovani. In questo quadro di precaria efficienza, come ha sottolineato il presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro Serafino Di Sanza, privare i Centri per l’Impiego della provincia di Matera delle già poche risorse umane disponibili, perché impiegate anche a garantire la presenza presso gli sportelli dei Comuni, toglie una ulteriore possibilità a questo territorio. Il tentativo di far sentire più vicina l’istituzione è indebolito, tra l’altro, dalla esiguità del contributo che gli sportelli informativi possono offrire. Nessuna consulenza vera, ma solo informazioni generiche che a nulla servono ai fini dell’occupazione. Molto si può fare invece, cercando di concentrare gli sforzi sulle opportunità concrete, in vista della creazione di quell’agenzia unica in grado di incentivare l’efficienza dei servizi per il lavoro anche attraverso una corretta collaborazione tra pubblico e privato.