Con il sostegno di Confapi Matera le imprese subappaltatrici e fornitrici di Intini hanno promosso una manifestazione con sit-in presso il cantiere dell’ultimo lotto della strada statale Bradanica per sollecitare i pagamenti per i lavori già eseguiti per conto dell’azienda costretta a rinunciare all’appalto per difficoltà finanziarie.
All’ANAS le imprese creditrici di Intini chiedono di esaminare nel dettaglio le problematiche dei contratti di subappalto ancora in essere e quelle delle forniture già effettuate, dopo l’ammissione al concordato preventivo dell’impresa debitrice.
Intanto, come prevede la legge in questi casi, alla Questura di Matera è stata inviata la comunicazione preventiva per un sit-in sul cantiere, i cui lavori dovrebbero riprendere, secondo quanto annunciato dall’impresa subentrante Aleandri in Prefettura, nei primi giorni di aprile.
Confapi e Cna hanno anche ringraziato il Prefetto di Matera per i numerosi sforzi compiuti sia per la ripresa dei lavori che per il soddisfacimento delle legittime spettanze dei creditori di Intini. Tuttavia le imprese locali non sono disponibili a finanziare un’opera pubblica con le proprie risorse, per poi fallire e licenziare i dipendenti.
La riapertura del cantiere è slittata da settembre 2012 ad aprile 2013; nel frattempo l’ANAS ha accettato un contratto di fitto di ramo d’azienda che lascia sospesi i crediti vantati dalle imprese fornitrici verso Intini. I subappaltatori invece chiedono di essere pagati direttamente dell’ANAS, oltre al fatto che i contratti in corso sono validi fino alla fine dei lavori. Intanto il Tribunale di Bari ha ammesso Intini ad un concordato preventivo che ha il sapore della beffa. Una confusione anche giuridica oltre che morale su cui occorre fare chiarezza.