Confapi Matera interviene sul taglio dei due laureati precari impiegati presso il Centro spaziale e, condividendo la presa di posizione dei sindacati, sollecita un immediato cambio di rotta.
Solo pochi mesi fa la missione esplorativa organizzata da Confapi Matera a Wroclaw, (Polonia), futura capitale europea della cultura 2016, aveva testimoniato la concretezza delle ambizioni della sua candidatura. Una città che è riuscita a valorizzare, nel corso di dieci anni, il proprio Parco tecnologico diventato esempio di innovazione a livello mondiale. Conoscenze e specializzazioni che lo hanno reso particolarmente competitivo sul mercato internazionale, tanto da diventare la leva strategica dell’intero progetto di candidatura.
Essere riusciti ad attirare, da parte di Wroclaw, 3500 ricercatori da tutta Europa costituisce il modello che la capitale del 2019 deve assolutamente emulare dalla capitale del 2016.
“Come è stato ricordato – evidenzia il presidente di Confapi Matera, Enzo Acito – la struttura di Murgia Terlecchia è citata nel dossier di candidatura di Matera, a oggi, però, non solo non c’è traccia di un progetto di valorizzazione ma, al contrario di quanto dichiarato, si assiste a un depotenziamento della stessa con il licenziamento di due laureati che hanno contribuito a progetti cruciali come Cosmoskymed e Copernicus.”
“Siamo qui a sollecitare una presa di posizione che permetta al territorio di diventare riferimento della cultura scientifica internazionale e offrire nel contempo prospettive occupazionali di rilievo. Perché l’innovazione tecnologica – prosegue il presidente Acito – interesserebbe numerose piccole imprese della provincia, con un’azione di trasferimento tecnologico attivata dall’Agenzia Spaziale Italiana. Lo studio redatto dall’università Bocconi nel 2009, come ho avuto modo di dire in passato, prevede 800-1000 posti di lavoro con la creazione di un distretto tecnologico nel settore dell’ Osservazione della Terra. Potrebbero essere 800-1000 posti di lavoro per cervelli non più costretti a emigrare o, addirittura, da richiamare. A questa ricaduta si aggiungerebbe, poi, la creazione di nuove piccole imprese altamente tecnologiche, la creazione di un cluster in grado di seguire l’Agenzia Spaziale sui mercati mondiali potrebbe costituire l’innesco della sempre tanto invocata e quasi mai realizzata internazionalizzazione delle PMI. Sarebbe anche una opportunità di diversificazione degli investimenti per tanti imprenditori che così potrebbero inaugurare una nuova stagione per l’ economia.”
Sono trascorsi oltre quattro anni dalla sottoscrizione all’Accordo di Programma tra la Regione Basilicata e l’ASI per la realizzazione della Cittadella dello Spazio e del Centro Interpretazione Dati sulla Osservazione della Terra (CIDOT) e i 24 milioni di euro a disposizione sono ancora bloccati. È necessario avviare l’investimento e dare prospettive a un distretto tecnologico che può sostenere quel progetto di rilancio del territorio che si continua ad attendere.
Crediamo che il tempo delle promesse non mantenute sia ormai al capolinea. I ritardi imputabili all’incapacità e alla mancata volontà di questa classe dirigente stanno continuando ad alimentare l’emorragia dei nostri ragazzi che abbandonano questo territorio, generando un ulteriore affossamento del nostro sistema economico.