Maurizio Casasco è stato rieletto presidente di Confapi per il prossimo triennio. Giovedì 16 luglio, a Roma, l’Assemblea Nazionale di Confapi, la Confederazione Italiana della Piccola e Media Industria Privata, ha confermato all’unanimità il presidente uscente Maurizio Casasco per il periodo 2015-2018.

All’Assemblea ha partecipato anche Confapi Matera con i suoi 5 delegati, il presidente Enzo Acito, il presidente onorario Carmine Salerno, i vice presidenti Silvio Grassi e Massimo De Salvo, e il consigliere Vito Gaudiano, accompagnati dal direttore Franco Stella.

Casasco, imprenditore bresciano già da 3 anni alla guida di Confapi, ha insistito sul salto di qualità che s’impone, per un’associazione che rappresenta «il vero tessuto connettivo del Paese», di fronte alle sfide poste dalla crisi economica e dal quadro politico nazionale ed europeo.

Richiamandosi alla «responsabilità sociale» di una figura-chiave come quella dell’imprenditore, Casasco ha sottolineato la rinnovata missione di Confapi, quella di porsi come «voce dell’intera filiera produttiva nei confronti di tutti gli interlocutori istituzionali». Per questo, «Confapi giocherà un ruolo di proposta continua, di stimolo critico nei confronti della classe dirigente, di potenziale rottura del sistema quando le inefficienze e le resistenze di questo si ripercuotono sul sistema produttivo, l’unico in grado di invertire la spirale negativa della crisi».

I punti chiave verteranno sulle tasse – la «madre di tutte la battaglie» -, sul sistema bancario – che «troppo spesso abdica al suo ruolo originario, quello di fornire il credito» – sulla burocrazia – per cui «l’imprenditore italiano impiega, o meglio butta, un mese di lavoro» e sul rapporto col sindacato, «fuori da ogni logica concertativa e ideologica».

«Un Paese come il nostro non può essere lasciato in balìa del declino e della politica delle illusioni» conclude Casasco «ma deve essere ricostruito a partire dalla sua anima, dall’impresa diffusa che crea il lavoro».

Il presidente di Confapi Matera, Enzo Acito, ha apprezzato in modo particolare la volontà che la Confapi potenzi ulteriormente il proprio ruolo, contrastando la logica di conservazione dello status quo e assumendo un ruolo di rottura e di proposta, diventando un organo di cambiamento del Paese che aumenti il livello della cultura d’impresa in Italia, così come la possibilità pratica di fare impresa, e quindi di accrescere il benessere generale.