L’intervento dell’ex presidente del Consiglio Regionale Vincenzo Santochirico per scongiurare il rischio di perdere i finanziamenti di cui all’accordo di programma tra la Regione Basilicata e l’Agenzia Spaziale Italiana, è assolutamente condivisibile e degno di grande attenzione.

In questi 5 anni, dal 2009 ad oggi, Confapi Matera è stata tra i pochi soggetti istituzionali (se si eccettua l’ex presidente della Provincia Franco Stella) ad intervenire ripetutamente sull’argomento, sottolineando il rischio di perdere la grande opportunità che veniva offerta al territorio, fertile di un cluster di piccole e medie imprese operanti nel settore.

Tuttavia, pur raccogliendo l’anelito dell’avv. Santochirico a pochi giorni dalla scadenza dell’intesa istituzionale quinquennale, non è ben chiaro a chi sia rivolto il suo invito, atteso che governo nazionale, regionale, provinciale e comunale hanno tutti il medesimo colore politico e che i ritardi della Regione su questo tema sono stati più volte segnalati.

Matera sarebbe potuta diventare capitale europea dell’Osservazione della Terra, grazie al progetto Cosmo Sky Med, alla creazione del CIDOT (centro di interpretazione dati di osservazione della Terra) e alla nascita del distretto tecnologico.

Le premesse c’erano tutte grazie all’accordo di programma sottoscritto nel 2009 tra la Regione Basilicata e l’Agenzia Spaziale Italiana, che tuttavia fra pochi giorni sarà carta straccia.

I passi da fare – con estrema urgenza – sono: rinnovare l’accordo, come dice Santochirico, e subito dopo avviare la fase operativa dell’intesa, con un cronoprogramma operativo delle azioni da intraprendere.

Confapi Matera ricorda cheil sistema produttivo locale del Terziario Avanzato è un settore dalle interessanti potenzialità e con sicure prospettive di sviluppo, e chegrandi speranze sono riposte nell’accordo di programma quadro per la realizzazione di un distretto tecnologico che, sviluppando i settori della ricerca, sviluppo ed innovazione, colma una delle principali lacune del nostro sistema produttivo e, in generale, del nostro territorio, ponendo così le basi per superare un gap di competitività nei confronti delle altre regioni d’Italia e d’Europa.

Dopo 5 anni l’accordo non è stato ancora attuato, con il rischio che l’ASI decida di investire altrove.Confapi mette in guardia dal rischio che queste opportunità vadano perse. Le promesse fatte finora non sono state mantenute; infatti la realizzazione del CIDOT avrebbe dovuto costituire un elemento di sostegno allo sviluppo di PMI, locali e no. Per non parlare della fruibilità dei dati per le imprese dell’indotto ICT, un enorme patrimonio di informazioni che possono diventare fonte di sviluppo per le pmi lucane per proporsi direttamente sul mercato e per le quali si chiedeva la liberalizzazione del mercato. In proposito Confapi auspica che i dati siano resi accessibili a tutti.

Ci si chiede, adesso, se tutto questo avrà un seguito oppure se questo territorio perderà l’ennesima occasione di sviluppo.