Il piano di rilancio del settore automobilistico nell’area industriale di Melfi è la notizia del giorno, con il suo carico di auspici per una produzione industriale che, rilanciando lo stabilimento di Stellantis, salvi le di Pmi e i lavoratori dell’indotto, vero anello debole della catena.
Il Presidente di Confapi Matera, Massimo De Salvo, mette in evidenza il ruolo che le piccole e medie imprese svolgono nel sistema economico della Basilicata, essendo la vera linfa economica, produttiva e occupazionale del territorio. La dimostrazione di ciò sta nella resilienza e nella capacità di adattamento delle Pmi a superare ogni crisi che hanno dovuto affrontare negli anni, mantenendo salde le radici in Basilicata, gestendo i passaggi generazionali e innovando le aziende con grandi capacità di rinnovamento.
Le imprese lucane, tuttavia, devono tenere d’occhio non solo le tensioni geopolitiche internazionali e i problemi di un mercato sempre meno globale e sempre più regionalizzato, frammentato e protezionistico, ma anche gli atavici problemi locali, che noi non smetteremo mai di denunciare. Burocrazia lenta, infrastrutture inesistenti, spopolamento non solo demografico ma anche istituzionale e di servizi.
A nostro parere – continua il Presidente De Salvo – la Basilicata non può puntare solo sul comparto dell’automotive, perché alla minima crisi si rischia di mandare in ginocchio un intero territorio. Occorre guardare anche ad altri settori, sia manifatturieri che di servizi, riqualificando i lavoratori e riconvertendo le aziende, investendo sulle aree interne e ricucendole col resto del territorio perché non restino isolate, considerando gli immigrati una risorsa economica per sopperire alla crisi demografica. Infatti, meno abitanti significano meno pil, cioè meno lavoratori, produzione, tasse, contributi, consumi. Nel complesso i migranti “costano” allo Stato 25,5 miliardi e “rendono” 29,5, miliardi, con un risultato netto di 4 miliardi che la pubblica amministrazione incassa a beneficio dei conti pubblici. Ciò significa che i migranti, da noi come nel resto del mondo, contribuiscono più di quanto ricevono.
L’attuazione della programmazione 2021-2027 potrebbe aiutare il sistema imprenditoriale in questo periodo. Anche se proprio adesso che la Regione finalmente si accinge a fare partire la spesa dei fondi comunitari, fino al 2027 le imprese lucane saranno penalizzate nelle percentuali degli aiuti di Stato rispetto alle vicine Puglia, Campania e Calabria. Il rifinanziamento dei contratti di sviluppo riguarda gli investimenti più grossi, mentre i bandi per le aziende costituende o fino a 24 mesi riguardano gli interventi minori; quello che manca sono i bandi per sostenere gli investimenti e l’internazionalizzazione delle Pmi.
C’è, poi, la questione della carenza di infrastrutture della mobilità, che compromette la crescita omogenea di tutta la regione e che vede l’ammodernamento della strada statale 7 che collega Matera a Potenza e alle aree interne la priorità assoluta tra tante criticità. Per il Presidente De Salvo, nonostante mille problemi le imprese lucane possono ben sperare in un futuro migliore. Partendo dalle aree industriali che, pur necessitando di maggiore attenzione, sono di buon livello, e attraverso politiche energetiche più favorevoli alle imprese, l’economia potrebbe avere quello scatto di reni da tutti auspicato. La capacità di resistere alle crisi e di superarle, la propensione a investire, la valorizzazione dei dipendenti e l’attaccamento al territorio, tutti elementi tipici delle Pmi, testimoniano di un tessuto imprenditoriale vivo e intraprendente.
