Si è svolta lunedì pomeriggio presso la sede di Confapi Matera una tavola rotonda, organizzata dalla Sezione Edili Confapi Aniem, sul tema delle estrazioni di materiale fluviale in Basilicata.
Nel corso dell’incontro il Consiglio Direttivo presieduto da Mario Bitonto e gli imprenditori estrattori aderenti all’Associazione si sono confrontati con il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, associazioni ambientaliste, docenti universitari e ordini professionali su un tema che guarda una parte importante dell’economia regionale, con ricadute anche di ordine ambientale oltre che socio-economico.
Alla tavola rotonda erano presenti il Direttore Generale dell’Ambiente, Roberto Tricomi, il Professore Associato della Scuola di Ingegneria dell’Università della Basilicata, Michele Greco, Il Presidente di Legambiente Basilicata, Antonio Lanorte, il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Matera, Giuseppe Sicolo.
Il Presidente di Confapi Aniem Matera, Mario Bitonto, ha esposto il punto di vista degli estrattori, secondo cui l’attuale normativa regionale sulle estrazioni di inerti dai fiumi è inadeguata per consentire agli operatori di lavorare con continuità e di programmare i propri investimenti, a causa di un meccanismo poco efficace e che richiede tempi lunghissimi per la sua attuazione. Da ciò deriva una forte preoccupazione per una normativa regionale che rallenta le estrazioni di materiale fluviale, ostacola i lavori stradali e ferroviari e mette a rischio di esondazione i corsi d’acqua.
“Il blocco delle estrazioni di materiale lapideo – ha dichiarato il Presidente Bitonto – oltre a mettere in ginocchio il settore delle imprese estrattive con i numerosi lavoratori occupati e a intralciare l’esecuzione delle opere pubbliche, crea anche notevoli danni all’ambiente. Infatti, la mancata manutenzione degli alvei fluviali rischia di creare esondazioni con effetti profondamente nocivi sugli ecosistemi e sulle coltivazioni agricole pregiate, che di solito sorgono lungo i fiumi”.
“Inoltre, a causa di tutto ciò, da diverso tempo scarseggia il materiale lapideo necessario per l’esecuzione delle opere stradali e ferroviarie e per i manufatti in cemento. Ancora una volta ne deriva che per i lavori pubblici ci si approvvigiona fuori dal territorio regionale, con tutte le conseguenze anche in termini economici”.
“Da ultimo, ma non per importanza, la scarsa manutenzione degli alvei fluviali, quindi l’abbondanza di materiale lapideo che si accumula, mettono a rischio costante di esondazione i corsi d’acqua lucani. Solo la mancanza di piogge sta evitando il peggio, ma è evidente che il pericolo è incombente”.
“Con l’aiuto dei docenti universitari, dei tecnici professionisti e delle associazioni ambientaliste, abbiamo spiegato tutto ciò. Alla Regione, invece, abbiamo fatto alcune proposte per aiutare gli uffici nella progettazione, sveltire i procedimenti delle gare d’appalto e garantire la ripresa delle estrazioni di materiale fluviale”.
“Sono due le proposte che facciamo alla Regione”, spiega Mario Bitonto. “Innanzitutto, ritornare alla previgente normativa del ripristino dell’officiosità attraverso progetti di volta in volta presentati dalle imprese estrattrici presenti lungo i corsi d’acqua, che garantisce una maggiore celerità degli interventi e soddisfa le esigenze di un settore economico dal peso rilevante in Basilicata”.
“Per quanto riguarda l’esecuzione dei lavori pubblici, inoltre, proponiamo che le stazioni appaltanti, in fase di progettazione delle nuove opere, individuino già i luoghi di prelievo del materiale lapideo, in modo da garantire il corretto svolgimento dei lavori”.
“Abbiamo riscontrato – conclude il Presidente Bitonto – una grande disponibilità del Dipartimento Ambiente a una revisione normativa che contemperi la tutela degli interessi ambientali e socio-economici, per il fine precipuo dell’interesse pubblico generale.