Matera, poco meno di 60mila abitanti, secondo capoluogo di provincia della Basilicata e un tempo capitale della civiltà contadina, dal 1993 patrimonio mondiale dell’Unesco grazie agli antichi rioni Sassi e ad un paesaggio rupestre che racconta la storia millenaria dell’uomo, è diventata il centro dell’Europa per l’Osservazione della Terra con il Progetto Cosmo Sky Med.
Mentre la città dei Sassi cerca la candidatura come Capitale Europea della Cultura per il 2019, è già realtà il polo di eccellenza nato sulla Murgia Terlecchia intorno al Centro di Geodesia Spaziale dell’ASI, l’Agenzia Spaziale Italiana, e a Telespazio, azienda del Gruppo Finmeccanica.
I due colossi della ricerca hanno da poco costituito e-Geos, società mista con lo scopo di creare una Cittadella dello Spazio intorno a cui sta nascendo un vivace indotto di PMI del settore ICT e O.T.
Il Miur ha appena approvato il Piano decennale dell’ASI per un investimento complessivo di 7 miliardi, che prevede di fare del Centro di Geodesia Spaziale di Matera la più grande base scientifica del bacino mediterraneo, il punto di riferimento a livello europeo per tutti i dati relativi all’Osservazione della Terra.
«Dei 7 miliardi, il 33% andrà a questo settore» – spiega Enrico Saggese, presidente dell’ASI, presente a Vanderberg (Canada) per il lancio del quarto satellite Cosmo Sky Med, satelliti tutti uguali che guardano il nostro pianeta giorno e notte da quattro angolazioni diverse e con qualsiasi condizione atmosferica.
Somma a cui si aggiungerà il cofinanziamento della Regione Basilicata, grazie ad un Accordo di Programma sottoscritto con l’ASI, che farà della sede materana il centro nevralgico di smistamento dei dati di osservazione della Terra. I dati assunti dal satellite Cosmo Sky Med 4 saranno ricevuti e interpretati proprio a Matera.
Premiato a Washington dall’International Academy of Austronautics (IAA) per iI contributo dato dall’Italia allo spazio con il progetto Cosmo Sky Med, Saggese ha inoltre spiegato che «l’Italia si candida con il Centro di Matera ad essere una miniera di dati da processare, interpretare e fondere al fine di rispondere  ai bisogni dei cittadini e delle popolazioni».
Il progetto Cosmo Sky Med è costato oltre 1 miliardo di euro ed è il più grande programma spaziale italiano e il primo programma spaziale duale, ossia civile e militare, realizzato in Europa. I quattro satelliti lanciati sorveglieranno 24 ore su 24 la Terra, ambiente e territorio, i movimenti e i rischi di frane, alluvioni, terremoti ed eruzioni vulcaniche. Controlleranno anche il mare, con particolare attenzione all’inquinamento da idrocarburi. Il lancio di Cosmo Sky Med 4 è avvenuto, dopo alcuni rinvii tecnici, il 6 novembre 2010 dalla base USAF nella Contea di Santa Barbara, di fronte al Pacifico.
Il primo satellite è stato lanciato nel giugno 2007, il secondo nel dicembre 2007, il terzo nell’ottobre 2008 e il quarto il 6 novembre 2010. Cosmo Sky Med è un programma nato da un accordo tra l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) il ministero delle Difesa e il Miur, realizzato da Thales Alenia Space (joint venture Thales – Finmeccanica), quale società Capo Commessa a cui è stata affidata la responsabilità dell’intero sistema, comprensivo del segmento spaziale e terreno.
Ma qui cominciano i problemi. Matera attende con ansia la creazione della Cittadella dello Spazio e del CIDOT, il Centro Interpretazione Dati per l’Osservazione della Terra, che dovrebbe dare ulteriore impulso allo sviluppo del cluster di pmi operanti nel settore O.T. Il protocollo d’intesa tra ASI e Regione risale al 17 novembre 2009, un anno fa, e il relativo accordo di programma è stato sottoscritto solo qualche mese fa. L’accordo, appunto, prevede di realizzare a Matera la Cittadella dello Spazio e il CIDOT con un investimento del valore di 24 milioni di euro, di cui due terzi a carico dell’ASI e un terzo della Regione. Ad un anno dalla sua sottoscrizione l’accordo deve passare alla fase di attuazione – chiede il presidente dell’API di Matera, Vito Gravela. Altrimenti si corre il rischio che l’Agenzia Spaziale Italiana decida di investire altrove.
Un altro problema – preso a cuore da Vito Gravela – è la fruibilità dei dati per le imprese dell’indotto, il facile accesso ad essi da parte delle pmi del settore, una ventina in tutto, con circa 200 dipendenti, l’80% dei quali laureati. Le immagini dallo spazio raccolte da Cosmo Sky Med vengono trasmesse a terra nel Centro di Geodesia Spaziale di Matera, dove i dati vengono elaborati. L’ASI tuttavia li ha affidati di fatto a Finmeccanica che li gestisce e li vende a costi elevatissimi alle aziende. Un accesso a costi più contenuti – chiarisce Gravela – permetterebbe alle nostre imprese di essere più competitive su un mercato dalle grandi potenzialità. Per questo abbiamo chiesto l’intermediazione della Regione, del presidente De Filippo e dell’assessore alle Attività produttive Restaino, altrimenti non cresceremo mai e saremo sempre subconcessionari delle aziende del gruppo Finmeccanica.
E’ fondamentale, dunque, liberalizzare il mercato delle applicazioni basato sui dati relativi al programma Cosmo Sky Med. Infatti, attualmente per le imprese del settore è molto difficile, se non impossibile, vendere applicazioni e servizi ad utenti finali, in quanto le politiche praticate da e-Geos (società che dovrebbe commercializzare i dati, partecipata all’80% da Telespazio e al 20% dall’ASI) consentono, di fatto, solo a e-Geos e quindi alle aziende di Finmeccanica di formulare progetti a utenti finali. In tal modo i soli clienti delle pmi rimangono le aziende Finmeccanica.
Nell’Accordo di Programma la Regione si impegnò, tra l’altro, a “favorire lo sviluppo di un tessuto e una rete di imprese e consorzi per lo sviluppo tecnologico e il monitoraggio dell’ambiente”. Questa iniziativa, oltre a consolidare e far crescere le imprese nate in questi anni come indotto del Centro di Geodesia Spaziale, potrebbe consentire la nascita di nuove imprese se, oltre alle conoscenze che si possono acquisire realizzando applicazioni basate sull’utilizzo dei dati del programma Cosmo Sky Med, si effettui una politica di commercializzazione dei dati accessibile alle pmi.    
«Da non sottovalutare – conclude il presidente di CONFAPI Matera – il coinvolgimento delle associazioni imprenditoriali nel Comitato di Indirizzo previsto dall’Accordo di Programma, che attualmente prevede 8 persone, 4 dell’ASI e 4 della Regione».

Pasquale Latorre
CONFAPI Matera